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Istituto Comprensivo
Luserna San Giovanni

Una firma per fermare l’autonomia differenziata

Gentili colleghe e colleghi,

come sapete la Legge sull’autonomia differenziata delle Regioni è diventata realtà e sta per produrre i suoi drastici effetti anche nel settore istruzione.

In risposta, è partita quest’estate la raccolta firme per un referendum di abrogazione, che sta riscontrando un importante sostegno da una gran parte del mondo culturale del Paese. Ad oggi sono rimasti pochi giorni per sottoscrivere la richiesta di referendum e la Corte di Cassazione sta già iniziando a esaminare la validità di quasi un milione di firme già pervenute. Quando il referendum diventerà realtà, cosa che auspichiamo, la campagna referendaria avrà bisogno di un sostegno ancor più diffuso e convinto, in considerazione della necessità di raggiungere il quorum del 51% dei votanti.

A fronte di continue e ripetute politiche di riduzione del welfare e della qualità dei servizi pubblici essenziali, è fondamentale che il mondo della scuola prenda coraggio e si mobiliti, a partire dalle lavoratrici e dai lavoratori dell’istruzione pubblica.

Saremo noi (docenti e personale ATA) i primi a essere colpiti da un cambio epocale della governance, che frammenterà diritti e doveri in termini di assunzioni, mobilità, salari e condizioni contrattuali. A seguire verranno distrutti i meccanismi (già erosi in questi ultimi anni) necessari ad offrire un sistema educativo gratuito, equo e inclusivo.

La Costituzione italiana, nei suoi articoli 33 e 34, stabilisce infatti i principi fondamentali della libertà d’insegnamento, dell’accesso all’istruzione gratuita per tutti, e del ruolo centrale dello Stato nell’assicurare un sistema educativo equo e inclusivo. Tali principi, che garantiscono la parità di opportunità indipendentemente dalle condizioni economiche e territoriali degli individui, sono pilastri della nostra democrazia.

Negli ultimi anni, il settore dell’istruzione ha subito un progressivo impoverimento delle risorse finanziarie e umane, aggravato da politiche che hanno aumentato il peso delle burocrazie e ridotto la libertà didattica. A ciò si è aggiunta una crescente diseguaglianza tra le scuole, senza sostegno adeguato per le istituzioni situate in aree economicamente e culturalmente svantaggiate.

La legge 26 giugno 2024, n. 86, è il culmine di un processo di mercificazione dell’istruzione pubblica. In nome di una presunta maggiore vicinanza al territorio e di una gestione più redditizia delle risorse, la riforma propone una riorganizzazione radicale del sistema scolastico, che il Collegio Docenti considera dannosa e contraria ai principi costituzionali.

La crescente delega di competenze alle Regioni potrebbe favorire una graduale privatizzazione del sistema educativo, con conseguenze gravi sulla qualità dell’insegnamento e sull’equità di accesso. L’esperienza di autonomia differenziata in settori come la sanità ha già mostrato un incremento delle disuguaglianze e una diminuzione delle garanzie per i lavoratori del settore pubblico.

Con il trasferimento di competenze alle Regioni, lo Stato rischia di perdere la sua funzione regolatrice e di garante dell’unitarietà del sistema scolastico, rendendo sempre più difficile assicurare standard comuni di qualità nell’istruzione e nella formazione su tutto il territorio nazionale.

Invitiamo tutte e tutti a firmare per la richiesta di referendum abrogativo, ai sensi dell’articolo 75 della Costituzione, e fermare l’applicazione della legge 26 giugno 2024, n. 86. Invitiamo tutte e tutti all’impegno di sensibilizzare questa firma e la successiva partecipazione al referendum.

Una firma per l’Italia unita, libera, giusta.

Comitato Referendario per l’abrogazione della legge sull’Autonomia Differenziata

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