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Istituto Comprensivo
Luserna San Giovanni

Modalità di comunicazione adesione sciopero: chiarimenti

Si ricorda che, in sede di dichiarazione preventiva di adesione è possibile:

  • “aderire”;
  • “non aderire”;
  • “non aver maturato alcuna decisione in merito”.

In merito a questa terza opzione, si segnala altresì essere facoltà della Dirigenza procedere comunque, in via cautelativa, con la sospensione in tutto o in parte delle attività afferenti al personale dichiarante.

Comunicato di dettaglio che alcuni Istituti hanno proposto come mozione al Collegio Docenti.

Con la pubblicazione del Decreto Legge n. 36 in Gazzetta Ufficiale del 1° maggio, il Governo interviene pesantemente su molti aspetti della vita della scuola che, da autentica risorsa per il Paese, torna ed essere terreno di tagli di spesa e di scontro politico – ideologico. I documenti di programmazione economica pluriennale non prevedono investimenti, ma tagli che puntualmente il sistema subisce da decenni.

Si tratta di un’ipotesi elaborata fuori da ogni sede di confronto, divisiva della categoria e come tale del tutto inaccettabile.

Ancora una volta si decidono questioni di grande rilievo per il sistema scolastico attraverso atti unilaterali addirittura con Decreto legge, sfuggendo da ogni confronto con il mondo della scuola. La consapevolezza che la partecipazione al cambiamento contribuisce, accrescendone la qualità e il valore, ai processi di innovazione, evidentemente in questa fase manca del tutto al Governo e alla “politica”. E questo dopo due anni di pandemia, in cui la scuola si è completamente reinventata, e con una guerra che comporta la necessità di accogliere i profughi dall’Ucraina (ne sono arrivati ed accolti oltre 30.000, anche minori non accompagnati).

La scuola si sta confermando uno dei più efficaci strumenti di integrazione, attraverso atti di concreta e solidale accoglienza, nell’ottica di una vera cultura di pace. Anche solo per questo avrebbe meritato un trattamento diverso.

La scelta di intervenire per decreto, in aperta violazione delle disposizioni di legge, rappresenta un’autentica invasione di campo e, come già avvenuto in altre occasioni, compromette tale possibilità, generando inevitabilmente tensioni e conflitti che si riflettono negativamente sull’andamento delle attività didattiche e in generale del servizio scolastico.

Tutto ciò in presenza di un’annosa e irrisolta questione retributiva che riguarda tutto il personale della scuola. Il Governo sottrae le risorse aggiuntive inserite in legge di Bilancio per il rinnovo del contratto destinandole a modalità di formazione incentivata decise unilateralmente, con evidente riduzione di quelle destinate a rivalutare nel loro complesso le retribuzioni di tutti e con l’ipoteca di tagliare l’organico nei prossimi anni.

Nel frattempo non si affronta il tema del precariato, anzi il sistema di reclutamento delineato, ulteriormente appesantito nei tempi e nei requisiti, appare oltremodo punitivo e non in grado di risolvere la piaga del lavoro precario.

NE SCATURISCONO LE SEGUENTI LE SEGUENTI RICHIESTE:

  • Lo stralcio dal decreto di tutte le materie di natura contrattuale;
  • L’avvio immediato della trattativa per il rinnovo del CCNL,
  • La restituzione della formazione di tutto il personale della scuola alla sfera di competenza dell’autonomia scolastica e del collegio docenti, con stanziamento di risorse dedicate
  • eliminazione degli eccessi di burocrazia nel lavoro dei docenti
  • attuazione degli impegni sulla riduzione del numero di alunni per classe
  • contenimento della dimensione delle istituzioni scolastiche entro il limite di novecento alunni per scuola
  • L’istituzione di modalità specifiche di reclutamento e di stabilizzazione sui posti storicamente consolidati in organico di fatto, che superino il precariato esistente
  • L’istituzione di modalità strutturate e qualificate di accesso al ruolo e ai percorsi di abilitazione.

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